Progettazione, gestione e recupero delle aree estrattive

Le Linee guida - che sono state ufficialmente presentate ad Ecomondo (Rimini) il 7 novembre 2012 - forniscono i principi per una gestione sostenibile delle cave e miniere e gli obiettivi di tutela ambientale che devono guidare gli operatori del settore durante tutto il ciclo di vita della cava o della miniera.

Prendendo spunto dalle migliori pratiche presenti nel nostro settore, esse vogliono rappresentare un punto di riferimento, non solo per la filiera del cemento, ma per tutta l’industria che si approvvigiona di materie prime ottenute mediante attività estrattiva.

L'importanza delle cave e delle miniere

Cave e miniere

Il cemento è una sostanza composta in larga parte di minerali e quindi molto legato all'attività estrattiva che fornisce le materie prime necessarie per la sua produzione. Le cave e le miniere rivestono un carattere fondamentale per l'attività di produzione del cemento. I cementifici sono infatti spesso localizzati nelle vicinanze degli insediamenti estrattivi delle rocce carbonatiche che compongono l'80% del clinker, quando non sono addirittura integrati nel complesso minerario estrattivo. Aprire e gestire una cava o una miniera cementiera è un'operazione tecnicamente complessa. Si tratta di un procedimento impegnativo e costoso che richiede una gestione molto competente e investimenti in attrezzature tecnologicamente molto avanzate. È un errore pensare che l'attività estrattiva cementiera abbia “carta bianca” per fare ciò che vuole, dove e come vuole. Per prima cosa la risorsa deve essere localizzata e scrupolosamente analizzata. Dopo questa prima fase si passa allo studio di fattibilità ed infine si avviano le procedure per il rilascio di permessi ed autorizzazioni. Ogni fase delle operazioni è scrupolosamente pianificata al fine di ridurre l'impatto che l'attività estrattiva comporta sull'ambiente e sulla salute durante tutto il ciclo di vita della cava e della miniera (circa 30 anni).

Esistono inoltre delle tecniche moderne di coltivazione sotterranea, molto utilizzate dalle aziende cementiere, che consentono di ridurre al minimo l'impatto sul paesaggio ed il trasporto su gomma in cava.

Le aziende cementiere, sia tramite iniziative volontarie che in ottemperanza a disposizioni di legge (Autorizzazione Paesaggistica, Valutazione di Impatto Ambientale - VIA), hanno intrapreso una sempre più ampia serie di misure per ridurre ogni genere di effetto dannoso. Il lungo iter di autorizzazioni che deve essere seguito per la coltivazione della cava prevede approfonditi studi al fine di valutare il rispetto dei valori limite per le emissioni di polvere e rumore, la riduzione del traffico, le modifiche all'ecosistema esistente a garanzia del rispetto della flora e della fauna, la riduzione dell'impatto visivo e la riqualificazione ambientale dell'insediamento, mediante la partecipazione e il dialogo con gli stakeholder e le comunità locali.

In questo ambito, l'attenzione è posta su tutti gli aspetti ambientali, dalla pianificazione al ripristino e al recupero delle aree interessate.

Il Recupero e la riqualificazione delle cave

La coltivazione delle cave e delle miniere causa inevitabilmente un cambiamento dello stato dei luoghi, generando impatti sull'ambiente e sul paesaggio.

Le aziende cementiere minimizzano tali effetti già a partire dalla fase di estrazione delle materie prime, pianificando le attività di recupero della cava o della miniera. L'attività di ripristino comincia con la redazione di piani o progetti per la riqualificazione ambientale, dettagliati documenti che forniscono la descrizione delle attività previste e le varie fasi di recupero progressivo, oppure, ove già individuata, la destinazione d'uso finale della cava. Obiettivo primario è riportare le aree utilizzate per l'estrazione delle materie prime a una condizione stabile, sicura, compatibile con l'ambiente naturale circostante e adeguata all'uso futuro proposto.

Tra le possibili destinazioni del recupero ci sono il turismo, l'educazione ambientale e l'utilizzo condiviso del territorio, come mostrano gli esempi riportati nella documentazione. In questo campo il settore cementiero ha consolidato una vera e propria esperienza pluriennale.

La maggior parte delle aziende predilige la riqualificazione ambientale a scopo naturalistico attivando quei processi destinati alla rinaturalizzazione dell'intero sito con progressivo reintegro della flora locale e la realizzazione di vivai per la riproduzione di specie autoctone.

Non è sufficiente, infatti, piantare alberi per avere un bosco, come non basta seminare erba per avere un prato, ma è necessario ricostruire tutti gli elementi che li costituiscono a partire dal suolo e dalla morfologia degli ambienti fino alla composizione floristica e paesaggistica.